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ISPIRAZIONE LETTERARIA

immagini e progetti che nascono dalle parole

foto e parola terza settimana
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L'incontro con un testo, un autore, una frase che ci ispira è spesso illuminante. Ciò che è difficile risulta la trasposizione per immagini di quella esatta emozione, di quell'ispirazione. Spesso infatti ci capita di realizzare immagini che non rendono giustizia alla grandezza delle nostre idee, o alle parole di grandi autori. Ed ecco che arriva la frustrazione: non ci sentiamo in grado di esprimere concetti astratti attraverso l'uso della fotografia. Le parole davano già grandi aspettative. Sono troppo, sono ingestibili. E così abbandoniamo. 

Questa settimana proviamo a cimentarci in un questo difficile compito, riprendendo idee che avevamo accantonato perché troppo difficili, o lasciate a metà perché scoraggiati dalla difficoltà del compito. Oppure - se nessuna di queste cose si è verificata in passato - ci ispiriamo ora, e tentiamo di sviluppare un progetto dove le parole non ci sono più (o ci sono, ma come supporto alle immagini, dove cioè le immagini questa volta regnano indisturbate), ma rimane il sapore e il gusto del suo riferimento letterario. 

Qualche estate fa in un lab una partecipante ha tentato di realizzare una cosa molto interessante. Il tentativo è stato quello di far dialogare la sua vita con quella di Bernardo Soares - personaggio e alter ego di Fernando Pessoa ne Il libro dell'inquietudine. Le fotografie della serie appaiono come un diario dove l'autrice si mette a nudo, mentre le parole, in lingua originale, si fanno sonorità prima che concetti. 

Scrive infatti:

Le immagini sono frutto di suggestioni nate dall’incontro con i pensieri di Bernardo Soares. Le sue parole e pensieri, entrando in risonanza con me, generano un mondo frammentario e senza ordine, così come la materia di cui è costituito il libro. Non so più se sto raccontando la storia di Soares o la mia; i confini fra noi nel processo sono divenuti sempre più labili. Si tratta di un intreccio che, non nascondo, è stato complesso da mettere in forma, e che con molta probabilità rappresenta solo un primo capitolo di un viaggio appena iniziato. 

Ecco. Un incontro che da un punto di vista visivo può riferirsi anche alla consegna della scorsa settimana, 

ma in cui è evidente che si sta facendo altro: il tentativo di lasciare che le immagini dicano ciò che le parole non possono dire, o che comunque vadano a dire le stesse cose, su un piano differente, universale e intuitivo. 

Vi racconto un mio lavoro. Una parte di una mostra realizzata lo scorso ottobre. Sono stata chiamata a realizzare un progetto commissionato, in Valle D'Aosta. Mi era stato dato anche un tema preciso da sviluppare: il dominio, in tutte le sue forme. Tra le varie strade esplorate ho deciso di indagare una storia apparentemente lontana che pure per me ha molto a che vedere con il presente. I processi per stregoneria, con particolare sguardo chiaramente ai processi valdostani (in questo territorio infatti l'Inquisizione fu particolarmente sentita e i roghi furono tantissimi). 

Ho rincontrato un libro che mi ha sempre spaventato. Si chiama Malleus Maleficarum, e forse molti di voi già lo conoscono. Il martello delle streghe. Si tratta di un testo scritto nel 400 da due domenicani che diedero vita al libro più venduto ed edito del Medioevo. In questo testo trovavano le giustificazioni culturali e spirituali per la tortura alle donne ritenute streghe. 

Ora, potrà sembrarvi una specie di brutta favola lontana, qualcosa che non importa più, perché oggi siamo civili e acculturati, e sappiamo che le streghe in realtà non esistevano. Ma siamo davvero sicuri che nel nostro presente non ci siano segni e tracce di quel libro? Nonostante il libro si legasse a concetti religiosi, era soprattutto un fondamento culturale. Anche i più illuminati intellettuali dell'epoca credettero a quelle parole. Si diceva insomma che la donna fosse per natura demoniaca, che la sua stessa fisicità lo rendesse manifesto. La verità era chiaramente un'altra. Le donne dei roghi erano erboriste, guaritrici, levatrici. Donne cioè che praticavano il processo curativo per come trasmesso per secoli loro. E come si sarebbe potuta evolvere la scienza medica, la società industriale, e il mondo delle città se tutto il sapere fosse rimasto nei boschi, nei luoghi naturali, nei luoghi marginali e fuori controllo? Come avrebbe potuto un sistema imporsi sull'individuo, rendendo necessaria una continua ricerca di intermediari, persino per il suo rapporto con Dio? Se vi dovesse interessare l'argomento vi suggerisco due libri: Calibano e la strega di Silvia Federici, e Donne delinquenti di Michela Zucca

La chiesa cattolica ha oggi riconosciuto l'Inquisizione come un vero e proprio Olocausto, che vide bruciate e uccise quasi 9 milioni di donne. Ma siamo sicuri che questi segni non siano ancora evidenti nella nostra società? Tutti i femminicidi a cui ogni giorno assistiamo non hanno forse a che vedere con un impianto culturale e religioso che per secoli ha giustificato l'inferiorità della donna e quindi anche il suo giustificato dominio da parte dell'uomo? 

Ho deciso di rappresentare tutto questo in forma di immagine. 

Ho acquistato una copia di un'edizione del Malleus Maleficarum datata 1517. La copia è identica all'originale, tranne che per i materiali con cui è realizzata ovviamente. Ne ho strappate alcune pagine e ne ho realizzato degli origami a forma di montagna. 

Ho ricostruito simbolicamente in più vedute fotografiche il paesaggio delle Alpi che ho contemplato in Valle D'Aosta durante le mie ricerche per ricordare che fu proprio in quelle montagne che avvenne la più grande forma di resistenza delle donne, e che è proprio in quei boschi che le parole del Malleus continuano a fare eco tra gli alberi. 

E' vero, nelle mie immagini le parole ci sono anche a livello visivo. Ma più che le parole latine che intravediamo nelle mie costruzioni di carta sono le ripercussioni di quelle parole, il significato profondo di un testo che ha cambiato il mondo precedente, ad avere davvero importanza.  

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COME PROCEDERE PASSO A PASSO PER COSTRUIRE IL TUO PROGETTO

1) Scegli il tuo riferimento letterario. Può trattarsi di una poesia, di una frase, di un intero romanzo, di un corpus di lavoro di un intero autore. Sfoglia i vostri libri, oppure vai in una libreria alla sezione narrativa, saggistica o poesia e apri un libro che ti colpisce. Affidati anche un pò al caso, alle sincronicità che ti si presentano. E' più importante il processo del "cosa" in questo terzo progetto. 

2) Annotati il riferimento letterario, oppure scriviti i temi chiave di quel romanzo o libro che ami. Perché ti colpisce innanzitutto? 

3) Puoi produrre immagini nuove, rileggere e rielaborare immagini di archivio, o servirti di un progetto a cui manca il substrato letterario. Le parole potranno poi essere abbandonate per lasciare di sé solo una traccia, un'eco. 

Comincia quindi con il riflettere sulle parole. Sulle sensazioni che provocano in te. Non devono necessariamente essere parole in cui ti riconosci. Possono anche essere parole scomode, parole che ti sfidano, parole che non comprendi a fondo. 

Prova a disegnare, abbozzare idee, a cercare nella realtà attorno a te (riviste, web, altri autori) immagini che hanno caratteristiche che potresti emulare. In poche parole, prova a progettare prima ancora di scattare (o scegliere e rieditare) ciò che vorresti ottenere. Non importa se lo fai con la matita o con un rendering photoshop. Usa il tuo metodo migliore, quello in cui ti riconosci di più. Prova a immaginare come costruiresti la tua immagine o la tua serie di immagini avendo risorse illimitate. 

4) Passa alla realizzazione pratica. Non ti scoraggiare se esistono barriere e limiti che nella realtà ti impediscono di realizzare la tua serie al massimo delle sue potenzialità. Usa questi limiti o vuoti come motori creativi, spingendoti a trovare soluzioni alternative e a pensare fuori dagli schemi. Una settimana è un tempo molto breve per poterlo fare, quindi concentrati su cose semplici e fattibili. Se ti vengono in mente idee più grandi e che richiedono più tempo annotatele così da poterle riprendere eventualmente in seguito, e scegli per questo esercizio una via un pò più semplice.  Il testo ispirazione da cui si è partiti deve essere menzionato, ma non deve essere citato necessariamente accanto ad ogni singola immagine.

5) Pubblica nella gallery la tua serie fotografica o la tua immagine singola nella terza sezione appositamente creata, con un titolo e soprattutto con un testo che ci spieghi il pensiero che sta dietro al tuo progetto. 

6) PUBBLICA TUTTO ENTRO LUNEDI' PROSSIMO, giorno in cui verrà assegnato il nuovo progetto per la settimana successiva!

7) attendi il feedback degli altri partecipanti e il mio. Ti aiuteremo a capire se il lavoro funziona o come migliorarlo e rifletteremo insieme sulle tante possibilità. 

ALCUNI CONSIGLI IMPORTANTI ​

1) non cercare necessariamente riferimenti alti e difficili. Molto più spesso sono le cose semplici quelle più efficaci. Rivolgiti a ciò che ami davvero senza paura del giudizio. Se i libri che leggi sono leggeri saranno comunque densissimi di spunti e possibilità narrative. E viceversa. Non fingere ciò che non sei, non funziona mai è come volersi vestire per forza in modo originale e sentirsi poi goffi nel rapporto con gli altri. Autenticità è il valore primo di ogni progetto artistico. 

2) PRENDI AD ESEMPIO AUTORI E MODELLI

Guarda tanti progetti, lasciati ispirare e consigliare da autori e creativi. Un consiglio davvero fuori dalle righe (ma che funziona davvero) è chiedere a un bambino di meno di 6 anni come realizzerebbe quel progetto. I bambini in età prescolare non hanno ancora tutte quelle sovrastrutture e quella razionalità che ci bloccano e ci fanno stare nel giudizio, quindi sono degli ottimi consiglieri per gli aspetti creativi. Io, ad esempio, chiedo a mio nipote! 

3) CURA MOLTO LA PRESENTAZIONE

come nella serie precedente anche in questa la presentazione finale è molto importante. Se il testo sarà presente anche a livello visivo deve essere curato molto da un punto di vista estetico. Se non c'è deve comunque essere chiara l'ispirazione, quindi sarà importante spiegarsi bene, sia con le immagini che con il testo introduttivo ( e il titolo ) . 

Ad ogni modo cura ogni dettaglio, ogni passaggio, per quanto il tempo ti permetta. Piuttosto lascia il processo aperto, ma con molta attenzione alla progettazione. 

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