THE ARTIST'S CHOICE
INDENTITA’ MASCHILE
MATTEO CAVADINI
LUIGI STRANIERI
I VOSTRI LAVORI PRESENTANO POETICHE MOLTO DIVERSE EPPURE EMERGE UN’AFFINITÀ SOTTILE. ENTRAMBI I VOSTRI PROGETTI, NATI IN FORMA DI LIBRO, DECOSTRUISCONO IL RUOLO MASCHILE TRADIZIONALE METTENDO IN SCENA MODELLI ALTERNATIVI CHE INEVITABILMENTE PORTANO LO SPETTATORE A RIFLETTERE SULLA SOCIETÀ, SUL PASSATO, SUL FUTURO.
QUALI SONO I VOSTRI MODELLI DI RIFERIMENTO?
MATTEO: NON HO MODELLI DI RIFERIMENTO COMPORTAMENTALI, DI RUOLO, PIUTTOSTO SENTO VICINO IL MODO DI PENSARE DI ALCUNE PERSONE, UN PENSIERO LIBERO, CHE ARRIVA DALL’ASCOLTO DI SE STESSI PIUTTOSTO CHE DA CONDIZIONAMENTI SOCIALI. CITO TRA QUESTI FABRIZIO DE ANDRÉ, DON ANDREA GALLO E ROGER WATERS.
LUIGI: PER ME È STATO IMPORTANTE, DURANTE IL LAVORO, NON USCIRE DAI BINARI ED AVERE COME UNICO RIFERIMENTO ME E LA MIA FAMIGLIA. NON HO MAI VOLUTO, DURANTE LA LAVORAZIONE, CHE IL MIO LIBRO FOSSE DI ISPIRAZIONE PER UN CERTO TIPO DI STILE DI VITA. IL MIO È UN MODELLO DI RIFERIMENTO ALTERNATIVO SENZA VOLERLO. TRA L’ALTRO È UN MODELLO DI RIFERIMENTO IN CONTINUA EVOLUZIONE E CAMBIAMENTO.
IL VOLERE INIZIALE È STATO SICURAMENTE QUELLO DI SENTIRMI LIBERO ORMAI DI ESPORMI CON LA MIA SENSIBILITÀ SENZA FRENI E SENZA NESSUNA INFLUENZA ESTERNA.
QUALE FOTOGRAFIA HA INFLUENZATO DI PIÙ IL TUO SENTIRE?
LUIGI: QUANDO COMINCIO A FOTOGRAFARE SPERO E OBBLIGO ME STESSO A NON ESSERE INFLUENZATO DA ALTRI FOTOGRAFI. IN QUEL LASSO DI TEMPO PROSEGUO IL MIO LAVORO LIBERO E CONVINTO DI ESSERE RIUSCITO NELL’INTENTO. È SOLO DOPO CHE, RIGUARDANDO IL LAVORO FINITO, CHE MI ACCORGO INVECE DI ESSERE STATO INFLUENZATO, ANCHE SENZA VOLERLO, DA QUALCOSA CHE HO AMATO MOLTO. IN QUESTO CASO, HO NOTATO DI ESSERE STATO INFLUENZATO VISIVAMENTE DA NAN GOLDING E IL SUO BALLAD OF SEXUAL DEPENDENCY. MOLTO PROBABILMENTE SONO AFFINITÀ CHE VEDO SOLO IO, MA CREDO CHE IN UN CERTO SENSO NE SIA STATO FORTEMENTE INFLUENZATO.
MATTEO: LUIGI QUESTA TUA RISPOSTA MI IMPONE UNA RIFLESSIONE, PENSO CHE SIA DIVERSO IL SEMPLICE SCIMMIOTTARE LO STILE DI UN ARTISTA RISPETTO ALL’AVER METABOLIZZATO IL SUO LAVORO ED INCONSCIAMENTE TRARNE ISPIRAZIONE, LA COSA SI EVINCE PERCHÉ COGLI DELLE AFFINITÀ SOLAMENTE QUANDO DIVENTI SPETTATORE DEL TUO LAVORO. A ME COLPISCE MOLTO LA FOTOGRAFIA CHE RACCONTA LA VITA DELLE PERSONE ED IL LORO SENTIRE. AMO AUTORI CHE HANNO USATO L’AUTORITRATTO PER ESPLORARSI DENTRO, COME FRANCESCA WOODMAN, ELINA BROTHERUS, ANNA DI PROSPERO, CRISTINA NUNEZ E ARNO RAFAEL MINKKINEN.
CHE COSA VI HA SPINTI A REALIZZARE LAVORI COME “ITSU MO ARIGATOU” E “50”?
MATTEO: RISPONDENDO ALLA SECONDA DOMANDA STAVO RISPONDENDO SENZA VOLERE ANCHE ALLA TERZA. COSA MI HA SPINTO A REALIZZARE “50”? UN RITORNO ALLA NATURA SENZA MASCHERE, UNA NECESSITÀ, UN RICHIAMO, UN’URGENZA. IO FIN DA RAGAZZO ERO APPASSIONATO DI FOTOGRAFIA E HO VIAGGIATO MOLTO ED ERA UN RACCONTARE QUELLO CHE FACEVI. POI TI SPOSI, FAMIGLIA, FIGLI E NON HAI PIÙ LA POSSIBILITÀ DI ANDARE IN GRANDI SPAZI E ALLORA IL TUO MONDO DIVENTA IL TUO INTIMO. LA FOTOGRAFIA È UN POTENTE MEZZO DI INTROSPEZIONE. NON VOGLIO CHE SIANO SOLO GLI ALTRI A GUARDARMI, VOGLIO GUARDARMI ANCH’IO.
PER IL COMPIMENTO DEI MIEI CINQUANT’ANNI, VOLEVO FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE PER ME, COSÌ È NATO 50.
LUIGI: IL MIO LAVORO NASCE SICURAMENTE DA UN WORKSHOP FATTO CON SILVIA BIGI DAL QUALE VENNERO FUORI UNA SERIE DI AUTORITRATTI LEGATI ALLA MIA ROUTINE QUOTIDIANA. È IN QUEL MOMENTO CHE HO CAPITO CHE AVEVO QUALCOSA DA RACCONTARE. SOLO DOPO QUALCHE TEMPO RIPRESI QUELLE FOTO PER COMINCIARE A PENSARE AL “COME” RACCONTARE. SUBITO DOPO COMINCIAI A PENSARE AL “PERCHÉ”. DA LÌ IN POI IL FLUSSO DI IMMAGINI HA SEGUITO UN PERCORSO SEMPRE PIÙ CHIARO E DELINEATO. ERA FONDAMENTALE PER ME AVERE UN MOTIVO VALIDO PER LAVORARE SU QUALCOSA. NON SONO STATO SPINTO DA UN EVENTO IN PARTICOLARE, MA PIUTTOSTO UN FLUSSO DI PENSIERI E RAGIONAMENTI.
COSA RITIENI SIA PIÙ IMPORTANTE TRASMETTERE ALLO SPETTATORE DEL TUO LAVORO?
LUIGI: AD ESSERE SINCERO NON MI SONO MAI PREOCCUPATO MOLTO DI COSA TRASMETTA IL MIO LAVORO ALLO SPETTATORE. PUR ESSENDO PIENAMENTE CONSAPEVOLE DEL FATTO CHE LO SPETTATORE FINALE È DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE PRIMA, DURANTE E DOPO LA LAVORAZIONE DI UN LIBRO, HO SEMPRE AVUTO LA PERCEZIONE (FORSE SBAGLIATA) DI NON ARRIVARE ALLO SPETTATORE CON LE MIE STORIE. SE HO TRASMESSO QUALCOSA A QUALCUNO È STATO SICURAMENTE SENZA VOLERLO COMPLETAMENTE. PIUTTOSTO CREDO CHE CI POSSA ESSERE QUALCUNO CHE SI RICONOSCA NEL MIO LAVORO E NE TRAGGA LE SUE CONCLUSIONI LEGGENDO.
MATTEO: NON VORREI CHE QUESTO MIO LAVORO FOSSE VISTO COME EGOCENTRICO ED ESIBIZIONISTICO, PIUTTOSTO GRAZIE ALL’ONESTÀ NEL RACCONTARMI, VORREI LANCIARE UN MESSAGGIO TRASVERSALE NEL QUALE PERSONE DIVERSE DA ME POSSANO RICONOSCERSI, ANCHE SE MAGARI SU LIVELLI DIVERSI.
COSA VI AUGURATE PER IL FUTURO, VOSTRO E COLLETTIVO?
MATTEO : PERCEPISCO SEMPRE DI PIÙ UN INARIDIMENTO NELLE RELAZIONI UMANE, MI AUGURO CHE ARTE E CULTURA, LADDOVE LE IDEOLOGIE HANNO CREATO DIVISIONI, POSSANO METTERE IN CONTATTO GLI INDIVIDUI SU UN PIANO PIÙ UMANO, PENSO CHE CI SIA UN GRANDE BISOGNO.
LUIGI: NON AVEVO ANCORA RAGIONATO SU QUESTA DOMANDA, MI ISPIRAVANO RISPOSTE SCONTATE TIPO “LA PACE NEL MONDO”, PERÒ ASCOLTANDO LA TUA RISPOSTA SOTTOSCRIVO IN PIENO.
PROSSIMI LAVORI?
LUIGI: STO LAVORANDO AD UN PROGETTO CHE PARLA DI ME E DELLA MIA VITA DOPO LA PERDITA DI MIO FRATELLO. È UN LAVORO CHE DURA DA DUE ANNI E CHE SPERO DI REALIZZARE ENTRO L’ESTATE. SI TRATTA ANCORA DI ME E DI QUELLO CHE ACCADE ALLE PERSONE QUANDO QUALCOSA SCONVOLGE LE NOSTRE VITE.
MATTEO: MI SONO SEPARATO DA POCO, SONO ENTRATO IN UNA NUOVA CASA, FACCIO UN DIARIO FOTOGRAFICO UTILE SOPRATTUTTO A ME STESSO, PER GUARDARMI E MANTENERE DRITTA LA ROTTA, SARÀ UN’UNICA COPIA DA MOSTRARE DI PERSONA A CHI VIENE A TROVARMI. POI DOPO TANTO AUTORITRATTO MI PIACEREBBE ANCHE FOTOGRAFARE GLI ALTRI…
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