Mari Katayama
Robert Mappelthorpe
Robert Mappelthorpe, grande nome della fotografia, si è sempre autoritratto con grande maestria, giocando sulla provocazione, sulla scoperta di sé, sul racconto della sua trasformazione identitaria. L'autoritratto in cui tiene fra le mani un bastone a forma di teschio l'ha scattato pochi giorni prima di morire di Aids, raccontandosi fino all'ultimo istante.
Shirin Neshat
Le opere di Shirin Neshat, pongono in relazione la religione islamica, il femminismo, il rapporto fra i sessi e il desiderio di espressione. Le sue opere sono un varco di luce contro pregiudizi e contraddizioni. La sua azione performativa consiste nello scrivere sulle sue immagini, in calligrafia, parole di grandi poemi iraniani.
Antonio Pulgarin
Fragments of the Masculine è un progetto di Antonio Pulgarin che utilizza la fotografia e il collage fotografico per creare opere che affrontano i temi dell'identità culturale, della memoria e dell'identità di genere. Il tentativo di affrontare il tema del 'machismo', caratteristico della cultura sudamericana, per ridefinire un immaginario e fare riflettere sull'identità maschile.
Amalia Ulman
Nel 2014, l’esperimento di un’artista argentina su Instagram diventò virale. Amalia Ulman, classe 1989, aveva convinto i suoi 90 mila follower di essere una vera influencer, grazie a un sapiente mix di foto e video che ritraevano un lifestyle lussuoso e la finta ricerca di una fama da ‘IT girl’ nella competitiva città di Los Angeles. Come poi ammise la stessa Ulman, quattro mesi dopo, tutti i post erano stati costruiti a tavolino, per una performance dal nome Excellences & Perfections che è stata anche esposta alla Tate Modern di Londra.
Andi Schreiber
Andi Schreiber con il suo lavoro Pretty, Please vuole riflettere sulle trasformazioni del corpo e sull'incapacità di se stesse, e del mondo, di accettarle, perché il culto della giovinezza attraverso il filtro mediatico sembra regnare indiscusso. Schreiber usa allora l'autoritratto come strumento per parlare di sé, per accettarsi, e soprattutto per affermare il suo diritto ad essere guardata.
Claudia Amatruda
Claudia Amatruda è foggiana e ha 23 anni. Quattro anni fa la sua vita è cambiata non poco quando ha ricevuto una diagnosi parziale riguardante il suo stato di salute: neuropatia delle piccole fibre, disautonomia e (forse) connettivopatia ereditaria. Si tratta di una malattia rara, alla quale si è ispirata per l’ultimo suo progetto “Naiade“.
Chiara Cordeschi
Chiara fa uso a dell’autoritratto fotografico o della proiezione di sé in collage, sculture, materiali d’archivio e altri media, mettendo in scena azioni sovversive volte a indagare l'identità femminile e i retaggi del nostro mondo. L’uso del suo corpo è performativo, vicino alla body art e alle avanguardie femministe anni Settanta.
Laura Aguilar
Le sue opere consistono principalmente in ritratti, in particolare di membri di gruppi sociali di solito invisibili nelle correnti della cultura ufficiale: lesbiche di origine sudamericana, coppie afroamericane, persone obese. Il lavoro con i soggetti da lei intrapreso prevede la collaborazione fra fotografo e modello, in modo da annullare la differenza di "potere" fra chi è dietro l'obiettivo e chi davanti, secondo la tradizione del documentario sociale.